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Orti urbani: cosa sono e quanti tipi ne esistono?

Si definiscono orti urbani le coltivazioni di ortaggi non destinate alla vendita che si collocano in spazi urbani. La natura urbana, però, non è definita sulla base di norme urbanistiche o di tratti architettonici o paesaggistici, bensì in relazione agli stili di vita delle persone che li coltivano. In tal senso, sono urbani anche gli orti che nascono in alcuni borghi rurali nei quali l'agricoltura professionale fa da sfondo alla vita delle persone senza caratterizzarla. La coltivazione degli orti urbani può avvenire per scopi vari e diversi potendo essi assolvere a funzioni differenti. E' per questo che, sulla base di una proposta avanzata nell'ormai lontano 2014, possono essere classificati nelle categorie di seguito descritte.


Orti privati

Coltivazione di ortaggi su un balcone.

Sono spazi vicini all'abitazione di chi li coltiva che ospitano ortaggi destinati al consumo fresco o alla trasformazione per il consumo dopo un periodo di conservazione. Spesso vi si coltivano anche piante annoverate tra i seminativi o tra le colture industriali, come il mais e il girasole. Possono essere orti in pieno campo nati su scampoli di terreno non edificato o sulla resede delle abitazioni oppure orti in contenitori di varia natura posizionati sui balconi o nei cortili. Fanno parte di questa categoria gli orti di cui si dotano i ristoranti e quelli coltivati in realtà condominiali su appezzamenti di terra di proprietà esclusiva. Sono, invece, orti condominiali condivisi quelli che vengono coltivati in forma collettiva negli spazi condominiali comuni.


Gli orti sociali di Palmanova (UD)
Orti sociali

Si tratta di terreni di proprietà pubblica preventivamente divisi in appezzamenti di misura definita (30-80 metri quadrati), forniti di alcuni servizi base, come l'allaccio a un impianto irriguo, e il cui utilizzo è specificamente regolamentato. Sono affidati in concessione a privati cittadini, associazioni, scuole e altre organizzazioni. Tale affidamento è temporaneo per periodi di 3-5 anni e prevede tanto la corresponsione di un canone, quanto il rispetto di uno specifico regolamento. Quest'ultimo prevede limiti all'impiego di sostanze chimiche, alla realizzazione di opere murarie, al posizionamento di manufatti e arredi (es. casette utilizzate come rimesse attrezzi) e allo sviluppo in altezza di colture e pali tutori per evitare l'ombreggiamento tra i lotti. Di solito non è consentito l'allevamento di animali. Talora esistono edifici o spazi d'uso comune tra gli assegnatari. Generalmente i singoli appezzamenti non hanno una vera e propria recinzione, sebbene siano delimitati, mentre gli orti nel loro complesso sono recintati. Infine, può essere previsto un organismo che riunisce gli assegnatari (un comitato, un'assemblea o un’associazione) il cui funzionamento è specificamente regolamentato. Esso decide in merito ad alcuni aspetti della gestione degli spazi comuni, con particolare riferimento a tutto ciò che genera costi da riversare sui singoli assegnatari. Talora nella vita degli orti sociali sono coinvolte associazioni locali o anche nazionali. Queste in alcuni casi danno vita a iniziative di informazione e formazione a favore sia degli assegnatari, sia di chi è interessato alla coltivazione di orti in città.

Gli spazi di coltivazione del progetto"un giardino per rivere"
dell'IRCCS San Camillo di Venezia
Orti con finalità terapeutiche

Sono spazi coltivati in cui si praticano attività di orto-terapia, terapia occupazionale o volte al superamento della barriera paziente / personale sanitario. Sono inclusi in questa categoria i cosiddetti giardini Alzheimer ideati e realizzati per offrire occasioni di stimolazione e accoglienza a chi è colpito da questa particolare sindrome. L'organizzazione degli spazi, la presenza di strutture specifiche e la gestione con personale specializzato sono elementi portanti di questo tipo di orto urbano.


Un esempio di orto civico: l'Orto del Giardino
della Lumaca di Pietrasanta (LU)
Orti civici 

Sono orti che nascono e crescono in spazi urbani di proprietà pubblica per opera di gruppi di cittadini che conducono forme di coltivazione condivisa. Si tratta di orti la cui funzione prevalente è quella della socializzazione e dello sviluppo di dinamiche di comunità.

Orti conviviali 

Si tratta di orti la cui funzione principale è quella di favorire l’incontro tra le persone e di fornire occasioni di convivialità. Essi possono essere aperti a tutta la cittadinanza o prevedere la partecipazione ai lavori e ai momenti ricreativi e culturali solo a gruppi ristretti.

Gli orti urbani di Via Goito a Livorno
sono un tipo esempio di orto di riconquista.
Orti di riconquista

Sono aree coltivate con ortaggi che nascono quale strumento di riappropriazione di spazi urbani caduti in condizioni di degrado o soggetti a speculazione edilizia nei quali la rivendicazione di funzioni del territorio e forme del paesaggio maggiormente identitarie passa attraverso la coltivazione, talora abusiva, di orti. Essi costituiscono spesso uno strumento transitorio ed efficace nel determinare una ridefinizione delle destinazioni urbanistiche e delle forme d'uso di spazi agricoli fagocitati dalla città.


L'orto scolastico può assumere fisionomie
insolite per rispondere a precisi obiettivi educativi e didattici.
Orti urbani didattici

Si tratta di orti che nascono in ambito urbano per finalità didattiche, spesso in coerenza con specifiche progettualità socio-educative. Appartengono a questa categoria gli orti scolastici e gli orti educativi, cioè quelli presenti nelle pertinenze di scuole e servizi educativi. Questi ultimi due, in particolare, sono ideati, progettati e gestiti al fine di perseguire obiettivi tipicamente non produttivi. Il raccolto di ortaggi è, quindi, accessorio alle opportunità di apprendimento che essi offrono a bambini e ragazzi. Gli obiettivi della coltivazione sono pertanto coerenti con le Indicazioni Nazionali per il Curricolo della scuola e ai progetti educativi dei singoli servizi, quali nidi, spazi gioco e ludoteche. Una particolare declinazione dell'orto didattico è quella dell'orto in carcere nel quale sono perseguite finalità educative tese alla reintroduzione nella vita civile dei detenuti.


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Bibliografia dell'articolo

E. Bertoncini, Orticoltura (eroica) urbana, MdS editore, Pisa 2014

E. Bertoncini, L’orto delle Meraviglie, MdS editore, Pisa 2015

E. Bertoncini – “Lezioni dalla natura - orti didattici e scolastici in ambito urbano” - in ACER – Parchi, verde attrezzato, recupero ambientale Anno 33 – n.3 , maggio - giugno 2017





Orti scolastici e giardini educativi in cerca di un senso

Il Natale ci ha offerto la prima vera pausa nell'anno scolastico ed educativo e troviamo il tempo per scrivere qualcosa con un pizzico di calma. E' il momento giusto per voltarsi indietro e scoprire con uno sguardo diverso il lavoro svolto. Lo facciamo con alcune immagini e qualche riflessione.

Iniziamo con una piccola scoperta poiché i fatti risalgono alla scorsa primavera. Dopo un corso di formazione nel quale si è parlato di orti scolastici e giardini educativi e della scommessa di rendere più ricco e interessante lo spazio esterno dei nidi, all'Asilo Nido Il Palloncino Rosso di Monsummano Terme (PT) è successo qualcosa di speciale. Si tratta della trasposizione in realtà di una metaprogettazione fatta proprio durante il corso. Le idee relative a possibili cambiamenti del giardino, già molto frequentato dai bambini, sono state oggetto di una giornata in cui i bimbi e i loro familiari si sono dedicati proprio a questo spazio. Sono state create aiuole con piante che prima non c'erano, sono stati potati arbusti e siepi per favorire la loro esplorazione da parte dei bambini e, soprattutto, si è lavorato ad un bene comune in piena condivisione. E' accaduto con uno spirito di cambiamento che parte dal basso e riduce i costi per la comunità, oltre a favorire lo sviluppo del nostro senso civico. Tutto questo grazie ad un bel gruppo di educatrici che ci crede. Queste le parole di una di esse: "è un cambiamento di prospettiva che ci ha riportato a quelle che sono le cose davvero importanti e che i bambini conoscevano già molto bene ma che, grazie al corso, abbiamo ritrovato anche noi. Il percorso continua e i bimbi, le famiglie e anche il nostro sentire ci confermano ogni giorno che la strada è quella giusta". Un bel risultato!

Dalla primavera facciamo un salto alla fine dell'autunno  quando, al termine di una mattinata di lavoro con i bambini nell'orto della Scuola dell'Infanzia di Nave (LU), ci siamo dedicati all'osservazione dell'orto che un nonno fa proprio di fronte alla scuola. E' quello che definiamo orto di prossimità, cioè un orto vicino a quello scolastico che consente di mettere a confronto modi diversi di fare l'orto. Averlo è una fortuna e non dipende certo dalla nostra volontà, valorizzarlo con periodiche osservazioni e qualche passeggiata è, invece, un nostro compito. Per i bimbi quello sguardo non è nuovo, ma aiutarli a guardare in modo diverso è un utile complemento alle loro osservazioni spontanee.

Rimaniamo in autunno e ci spostamo alla The Bilingual School of Lucca dove sono accadute molte cose di un certo interesse.

Prima di tutto i ragazzi della classe Grade 4-5 hanno lavorato al progetto Tutte le forme del grano. Si tratta dell'idea di seminare il grano e altri cereali autunno - vernini all'interno di piccole parcelle dalla forma geometrica definita e, soprattutto, progettata e poi tracciata sul terreno. Avremo un quadrato, un rettangolo, un cerchio, alcuni triangoli e così via. Come si usa dire, non tutte le ciambelle vengono col buco e le prime semine hanno avuto qualche problema: siamo in ambiente urbano e gli uccelli del circondario  hanno gradito le semina, ma come buon pranzo. E' stato necessario proteggerle con appositi teli.

Il grande giardino della scuola con i suoi maestosi faggi è divenuto scenario di molti momenti in cui i bambini interessati si sono dedicati alla raccolta delle molte foglie cadute. Si è trattato di attività spontanee a cui i bambini si sono dedicati in un clima di cooperazione e condivisione. Non avendo a disposizione tanti attrezzi quanti sono i bambini, si sono attivate tutte le dinamiche tipiche della necessità di condivisione, dai contrasti ad uno spontaneo avvicendamento nell'uso strumenti. In tutti i casi, senza esserne forse troppo consapevoli, i bambini hanno lavorato sul proprio senso della cura, tanto del giardino, quanto di sé e delle relazioni con gli altri. Inutile dire che il lavoro e il gioco si sono alternati osmoticamente e che l'esperienza è stata spesso molto sensoriale. Dal contatto con le foglie ad una vera e propria immersione negli odori della loro decomposizione, i bimbi non si sono fatti mancare proprio niente.

Proprio le foglie sono state protagoniste di una piccola esperienza che ha coinvolto la classe Grade 2-3. Avendo affrontato il tema dei funghi e del loro sviluppo è apparso chiaro come sia difficile capire la differenza tra corpo fruttifero e apparato ifale e la capacità dei funghi di esplorare con le ife l'ambiente in cui vivono. Si è pensato, allora, di riprodurre artificialmente le ife dei funghi sostituendole con dei fili di materiale vario, creando il loro intreccio sul terreno per poi ricoprirle con le foglie e quindi "far nascere" qua e là dei corpi fruttiferi. Dopo il loro raccolto ci siamo posti due domande. La prima è stata "cosa abbiamo raccolto?". La seconda è stata: "Dove sono i funghi?". E' risultato del tutto spontaneo affermare che abbiamo raccolto i corpi fruttiferi, quelli che di solito definiamo "funghi", e che quello che è rimasto sotto i nostri piedi (e le foglie), cioè le ife, sono i veri funghi.

Una delle novità del giardino è scaturita da un suggerimento dei bambini che da tempo si dedicavano spontaneamente alla manipolazione del materiale naturale maggiormente disponibile, cioè la terra. Dallo scavare buche in ogni dove al dedicarsi alle manipolazioni in un grande vaso che saltuariamente ospita fiori e ortaggi, l'esigenza si è manifestata in tutti i modi possibili. Cercando di favorirne il soddisfacimento e senza voler sostituire le predette attività spontanee, sono stati collocati nel giardino, proprio in prossimità dell'ingresso dell'orto, due grandi contenitori di legno che nel tempo ospiteranno sia terricci, sia altri materiali. Ad oggi, per esempio, ci sono foglie e cortecce che, però, non sembrano avere lo stesso potere d'attrazione della terra.

Infine, il lasso di scuola che va da settembre alle vacanze natalizie ha consacrato l'uso del giardino segreto che ospita l'orto in piena terra della scuola come spazio di elezione per lo svolgimento di molte attività e come generatore di spunti didattici.
Esso è stato scenario dei momenti scolastici più diversi, dall'esperienza delle caldarroste a momenti di osservazione, scrittura, disegno e studio delle sonorità con l'insegnante di musica. Grazie ad una nuova organizzazione della scuola abbiamo anche avuto la possibilità di sfruttare questo spazio per momenti di esplorazione spontanea che hanno portato i bambini a contatto con i materiali dell'orto e del giardino e, forse, anche con una propria intimità. Aver lasciato alcune piante sul posto oltre ogni ragionevole epoca ha offerto possibilità di osservazione che sarebbero state altrimenti precluse. Andare in questo spazio è stato un fatto generatore di innumerevoli spunti. Tra questi una bella sperimentazione legata alla vita dei lombrichi e allo studio degli ecosistemi in cui vivono che è ancora in corso.

Tutto questo è successo senza dimenticare il valore pedagogico e il divertimento dello sporcarsi le mani nel modo più bello del mondo, cioè toccando la terra che ci dà vita.

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[Post tratto da http://ortiscolastici.blogspot.com, il blog dedicato agli orti scolastici curato da Emilio Bertoncini]

Labirinti, angoletti e "spin off"

Foto presa in prestito dal sito "Piccola Penna"
Lucca, la città da cui è iniziata l'avventura di orticoltura didattica a scuola che mi vede coinvolto in prima persona, è una splendida città d'arte dalla ricca storia. Il suo duomo ospita una statua lignea del Cristo nota col nome di "Volto Santo" che per secoli è stata oggetto di pellegrinaggio da parte di chi percorreva la Via Francigena in direzione di Roma. Proprio al passaggio dei pellegrini sembra essere legata la presenza di un labirinto inciso su una delle colonne della cattedrale. Il labirinto è integro, salvo una scalfitura che da alcuni è attribuita ad un'unghiata del diavolo. Qualunque sia il significato del labirinto (si veda in proposito il sito di "piccola penna"), esso ha un grande valore simbolico ed è stato d'ispirazione quando abbiamo deciso di creare un settore speciale dell'orto scolastico della "The bilingual school of Lucca". Quel settore accoglierà piante capaci di stimolare i sensi e avrà la forma di un labirinto. Anzi, già è così, sebbene sia ancora in fase di realizzazione.

Tutto è iniziato con una passeggiata per la città che ci ha portati proprio davanti al duomo per osservare il labirinto. Subito dopo è iniziata la progettazione del labirinto dell'orto scolastico. Noti i dati geometrici di riferimento, sostanzialmente imposti dalle dimensioni dello spazio disponibile e dalla necessità di sviluppare in esso sia spazi in cui camminare, sia delle strisce di terreno in cui posizionare piante arbustive ed erbacee, i bambini hanno elaborato progetti individuali restituiti tramite un disegno. In parallelo si è proceduto al tracciamento dei cerchi su cui avrebbe dovuto essere impostato il labirinto. Sulla base delle suggestioni lanciate dai bambini si è passati alla lavorazione del terreno per avere un vero e proprio labirinto coltivabile.

Tale lavorazione, pur iniziata con i bambini, è stata svolta durante le vacanze di Pasqua così da far trovare il labirinto pronto per le piantagioni al rientro a scuola. La lavorazione è stata svolta manualmente e ha consentito di sagomare il terreno rialzandolo un po' rispetto al prato originario, cosa che metterà alcune piante al sicuro dai ristagni d'acqua che non mancano nei periodi piovosi.
Come testimoniato dalle immagini, la costruzione del labirinto è stata anche un'occasione per studiare geometria, introducendo il raggio e il diametro, e per inventare un compasso capace di tracciare un cerchio del diametro di sei metri, oltre che di utilizzare un sistema di tracciamento di linee a terra adeguato alla situazione (abbiamo usato polvere di gesso).

Completata la preparazione del labirinto è finalmente iniziata la fase di piantagione. Per il momento il labirinto ospita soprattutto bulbi, per lo più portati direttamente dai bambini, alcune piante aromatiche (salvia, rosmarino, timi, salvia ananas, santolina, elicriso, ecc.) e qualche fragola. Il centro del labirinto è stato simbolicamente seminato con un mais ottofile marchigiano e con girasole. Lo spazio per piantare è ancora molto e l'avventura del labirinto può ben dirsi "work - in - progress".
Nonostante questo è già molto chiaro che le cose più importanti che sono state seminate si chiamano cooperazione e condivisione.

Come scritto in apertura, Lucca è stata il luogo di partenza della storia raccontata della mia avventura nel mondo degli orti scolastici. Una storia che si tinge d'orto, ma che spesso lo reinterpreta per favorirne la capacità di fornire alla scuola e ai servizi educativi opportunità in linea con la loro mission. Il fare orticoltura didattica ha assunto una declinazione assai particolare nei nidi d'infanzia del Comune di Quarrata (PT) dove  è stata inserita nelle attività del PEZ - progetto educativo zonale - rivolte ai bimbi della fascia 0-3 anni. In questo contesto l'orto è stato trasformato in esperienza manuale e sensoriale e, a seconda delle opportunità offerta dai singoli contesti, ha dato luogo alla coltivazione di ortaggi e piante aromatiche in piena terra, alla piantumazione di alberi da frutto, alla nascita di orti in cassetta e allo svolgimento di laboratori con i genitori dei bambini. In quest'ultimo caso si svolgono semine in vari tipi di contenitori che vengono poi portati a casa e lì cresceranno con la cura attenta dei bambini.

Tra queste cose se ne è inserita una che a ha assunto particolare importanza. Si tratta della nascita di un piccolo angolo destinato a raccogliere le piante portate al nido dai bambini della cui cura si faranno man mano carico le famiglie. L'angolo in questione è una porzione di prato di difficile gestione proprio per la peculiare forma geometrica. Esso è stato vangato ed è diventato le scenario di lancio di un invito alle famiglie, cioè quello a piantare o seminare qualcosa.
L'invito è stato rafforzato in occasione di due laboratori di orticoltura rivolti ai bambini con le rispettive famiglie e il successo è stato notevole: non solo sono arrivate molte piante, ma le persone sono state capaci di cooperare per la messa a dimora delle stesse.

Il risultato è che un angoletto anonimo e problematico è divenuto un luogo di cura e osservazione, anche grazie al posizionamento sul posto di alcune panchine e alla disponibilità di un annaffiatoio.
Inutile dire che questo è solo un inizio e che ci vorrà un po' di tempo per capire se il messaggio lanciato si trasformerà in buona pratica, però il tentativo è in corso e vuole essere uno stimolo per chiunque voglia rendere più attraente il fuori di un nido determinando, al contempo, forme virtuose di coinvolgimento delle famiglie.

Per rimanere in tema di messaggi forti, chiudiamo segnalando che forme di coinvolgimento e partecipazione sono già in essere e dovranno svilupparsi sempre più in un'iniziativa che nasce da quella degli orti scolastici e che emula il tentativo ben riuscito dell'Orto del Giardino della Lumaca di Pietrasanta (LU). Si tratta de "La comunità dell'orto", il progetto che mira a far nascere un community garden a Lucca. Le associazioni "Ecoland - educazione e natura" e "Quartiere San Concordio" hanno, infatti, ottenuto in concessione dal Comune di Lucca un parco pubblico e stanno avviando il percorso che porterà alla nascita del community garden. Tra i principali promotori dell'idea figura chi sta scrivendo ma, ancora una volta, il risultato più importante sembra essere la volontà di fare cose insieme stimolando il senso di comunità che troppo spesso si è affievolito. Ancora una volta si semina e si rimane in attesa di quel che sarà. Intanto il nostro progetto di orticoltura didattica, dopo quello dell'Orto della Lumaca, festeggia questo secondo "spin - off".





Marzo tempo di (corsi sugli) orti scolastici

Per rispondere alle nuove richieste e a quelle di chi non è riuscito ad essere presente alle precedenti edizioni, AiCARE replica nei giorni 5 e 6 marzo 2016 le giornate formative dal titolo "Orti scolastici e orticoltura didattica a scuola".

Ancora una volta il corso sarà frutto di una collaborazione tra Emilio Bertoncini e AiCARE, l'Agenzia Italiana per la Campagna e l'Agricoltura Responsabile ed Etica.

Il corso si svolgerà a Lucca e si prefigge lo scopo di fornire gli strumenti e le conoscenze per avviare un percorso di orticoltura didattica a scuola. Partendo dall'esperienza del docente, che dal 2008 cura orti scolastici in varie scuole, saranno affrontati argomenti come le motivazioni che portano alla scelta di allestire un orto scolastico, gli adattamenti necessari in funzione del tipo di scuola e dell'età dei bambini/ragazzi, le soluzioni per le scuole con suolo coltivabile, i kit utilizzabili per realizzare esperienze anche in scuole prive di suolo coltivabile, le attrezzature necessarie, le colture praticabili e le rispettive cure colturali, i collegamenti didattici con le discipline scolastiche. Sarà presentata una casistica di approfondimenti ed esperienze realizzabili nelle scuole munite di orto scolastico.

Per saperne di più clicca qui.

Arriva il corso sugli orti scolastici!

Si svolgerà nei giorni 7 e 8 di novembre 2015 a Lucca la prossima edizione del corso dedicato agli orti scolastici.

Ancora una volta sarà frutto di una collaborazione tra Emilio Bertoncini e AiCARE, l'Agenzia Italiana per la Campagna e l'Agricoltura Responsabile ed Etica.
Il corso si prefigge lo scopo di fornire gli strumenti e le conoscenze per avviare un percorso di orticoltura didattica a scuola. Partendo dall'esperienza del docente, che dal 2008 cura orti scolastici in varie scuole, saranno affrontati argomenti come le motivazioni che portano alla scelta di allestire un orto scolastico, gli adattamenti necessari in funzione del tipo di scuola e dell'età dei bambini/ragazzi, le soluzioni per le scuole con suolo coltivabile, i kit utilizzabili per realizzare esperienze anche in scuole prive di suolo coltivabile, le attrezzature necessarie, le colture praticabili e le rispettive cure colturali, i collegamenti didattici con le discipline scolastiche. Sarà presentata una casistica di approfondimenti ed esperienze realizzabili nelle scuole munite di orto scolastico.

Per saperne di più clicca qui.

Al via la collaborazione col Comune di Montale

Con NATURAlezza nei giardini e negli orti delle scuole è un progetto del Comune di Montale (PT) al quale ho la fortuna di collaborare.

L'idea alla base del progetto è quella che gli spazi esterni delle scuole dell'infanzia e dei nidi non siano meno importanti di quelli interni e che possano essere interpretati come luoghi di incontro con gli elementi della natura, anche quando addomesticata nella forma di giardino o orto. In tal senso, anziché essere un luogo in cui ci si limita a giocare all'aria aperta, talora con giochi che consentono il solo movimento, spesso frenetico, e che portano a contatto con materiali artificiali, come la plastica, tali spazi potranno divenire veri e propri laboratori all'aria aperta capaci di arricchire e stimolare i bambini, sia nei momenti di attività libera, sia in quelli di attività strutturata.

Il percorso formativo e progettuale al quale collaboro si prefigge l'obiettivo di proporre e realizzare per step successivi interventi di miglioramento degli spazi esterni per modificare in modo talora significativo l'offerta educativa connessa alla natura. Detti spazi nel tempo potranno assumere la duplice attitudine di luogo in cui svolgere attività specifiche e di fornire stimoli (e materiali) per attività che possano proseguire o essere realizzate integralmente all'interno degli edifici, così da connotarsi come aula a cielo aperto.

Per raggiungere questi obiettivi ho avviato una serie di incontri col personale dei diversi plessi al fine di individuare alcune idee progettuali secondo un percorso partecipativo che coinvolgerà vari settori dell'Amministrazione Comunale e la comunità locale in senso lato. E' auspicabile, infatti, che la comunità cittadina e dei paesi interessati (Montale, Stazione, Tobbiana) si lasci coinvolgere a vario titolo in questo progetto, sia quando direttamente interessata (es. familiari dei bambini), sia negli altri casi. Ciò potrà portare nuove idee capaci di arricchire il progetto e, perché no, all'individuazione di risorse materiali e immateriali capaci di dare corpo ad un percorso capace di coniugare innovazione didattica e partecipazione. A titolo d'esempio, la nascita di piccoli spazi dedicati all'orto, sebbene in forme non abituali, potrà basarsi sul fondamentale contributo di cittadini desiderosi di dedicare un po' del proprio tempo alla comunità scolastica.




Un orto civico nel cuore di Pietrasanta?

Rimbalzo da una definizione all'altra e sono sempre più convinto che quello che sta crescendo nel Giardino della Lumaca di Pietrasanta (LU) possa essere considerato un orto civico.

Per esserne  sicuro ho cercato la definizione di civico sul dizionario. Gli si adatta benissimo sia "che concerne il cittadino in quanto membro di uno stato, con valore prevalentemente etico", sia quella più sintetica e diretta "che appartiene alla città", almeno nell'estensione concettuale del termine città che si riferisce alla comunità.

Si, perché gli ingredienti ci sono tutti. E io provo ad elencarli.

L'orto nasce da un'iniziativa in corso nelle scuole, quella degli orti scolastici, che grazie al contributo di uno sponsor privato (un'azienda della città) cerca di riportare la cultura dell'orto e la consapevolezza del produrre il proprio cibo tra i bambini. Quegli stessi bambini che, grazie ad una scuola attenta alle tematiche etiche ed ambientali, hanno dato vita all'orto. Ognuno di loro ha lasciato per un'oretta la propria scuola, ha percorso le vie della città, magari salutando qualche conoscente, per poi dare il proprio piccolo contributo. Qualcuno ha piantato un'erba aromatica, qualcun'altro un ortaggio qualcuno ha strappato le erbacce (vogliamo chiamarle erbe indesiderate? Forse suona meglio), qualcuno ha dato acqua e così via. In due giorni un grande rettangolo di terra sabbiosa è diventato un orto.

L'orto è stato adottato da tante persone: bambini, famiglie, residenti e perfetti sconosciuti. C'è chi ha aggiunto qualche ortaggio, chi ogni giorno va a dare acqua, chi ha legato i pomodori, chi ha invitato ad una certa attenzione qualche ragazzo intenzionato a giocare con la palla, chi (semplicemente) ne parla. C'è chi ne scrive portandone la notizia sui quotidiani locali. Persone semplici che in due mesi hanno demolito il timore che tutto potesse finire rapidamente nel nulla. Persone semplici che io chiamo "i colibrì dell'orto della lumaca" perché incarnano lo spirito della leggenda del colibrì, quella bella storia in cui durante l'incendio della foresta, mentre tutti gli animali scappano, un colibrì si affanna trasportando nel becco poche gocce d'acqua che lancia sulle fiamme. Quando l'armadillo, quasi sfottendolo, gli chiede se si rende conto che quello che fa non spegnerà l'incendio lui, composto, gli risponde che lo sa ma preferisce fare la sua parte (anziché fuggire... ma questo lo aggiungo io).

L'orto è diventato lo scenario di meravigliosi incontri (le conversazioni intorno all'orto) che ogni giovedì (e qualche mercoledì) attirano decine di persone, famiglie e bambini, attorno all'orto. Si parla, si gioca, si cura l'orto e si vivono straordinari momenti conviviali che iniziano con un pic-nic previsto solo per la prima serata ma divenuto appuntamento fisso. Poi, mezz'ora prima del tramonto, ci si siede intorno all'orto e si parla, si conversa, si gioca, si manipola, si costruisce... si fa comunità. Tutto questo nasce da una mia idea in seno alle attività che ho svolto con "La mezzaluna - centro di educazione alimentare" ma coinvolge quasi tutte le associazioni cittadine, come La Bottega della RoccaLa soffitta dei colori e la sezione locale di Nati per leggere. Ognuna dà un proprio contributo con una lettura, un laboratorio, una conversazione.

Molti bambini, ormai, aspettano il giovedì sera. Lo fanno perché ci si diverte, si sta insieme, si impara e, perché no, si porta a casa un cespo d'insalata o un peperone. Ortaggi nati col cuore, col battito d'ali di molti colibrì, piccoli e sabbiosi ma pieni di saperi e sensazioni, oltreché saporiti. Ortaggi che assistono ad una rinnovata vita di comunità che non è il semplice ritrovarsi per uno spettacolo ma è condivisione. Condivisione del lavoro, del cibo, della cultura, di bei momenti.

E lui, l'orto, sornione e a volte un po' distratto, se ne sta in mezzo ad un parco pubblico, ad un passo dal duomo e da quel campanile che vide al lavoro un esiliato Michelangelo. Ha visto passare Geronimo Stilton, le partite di calcio alla buona dei ragazzi del posto e pure un laboratorio di falegnameria. Non se ne cura più di tanto perché sa di essere l'orto della città. Comunque vada, lui è qualcosa di speciale.

La settimana delle emozioni (da www.ortiscolastici.it)

30.05.2013 - 06.06.2013... non due date ma una settimana difficile da dimenticare per il progetto degli orti scolastici: la settimana delle emozioni.

Forse non c'è altro modo per raccontarla che fare una cronaca, magari cercando di non celare più di tanto i picchi emozionali vissuti in momenti tra loro diversi ma densi di significati particolari e di nascondere il fatto che, in realtà, si tratta di otto giorni.

Proviamo, così, a partire da giovedì 30 maggio quando, col naso costantemente rivolto all'insù per capire se avremmo avuto sole o l'ennesima pioggia indesiderata, alla Scuola Primaria Forli di Vallecchia (Pietrasanta - LU) abbiamo raccolto le patate. I bambini schierati sulle scale come sulla più importante delle tribune sulle prima hanno temuto che quel loro orto mobile spostatosi come per magia da uno spazio all'altro della scuola offrisse un buon raccolto di sole foglie. Quando abbiamo cominciato a tirare con forza le piante ed è stata estratta la prima non ci sono stati dubbi: le nuove patate c'erano per davvero!!!
E' cominciata la conta per poi arrivare a risolvere un problema di matematica: quante nuove patate si sono ottenute da ogni patata piantata? Tra qualche indugio è arrivata la risposta di chi ha la fortuna di muoversi meglio nel mondo delle divisioni: 17 nuove patate col resto di 3. Una buona resa, non c'è che dire, e un bell'applauso.

Arriva venerdì 31 maggio. E' primo mattino quando alla Scuola Mutti di Strettoia (Pietrasanta - LU) inizia un analogo raccolto che, però, qui ha un significato particolare. Ci troviamo in una scuola senza suolo, cioè priva di una spazio, anche piccolo, nel quale poter coltivare in piena terra. Come se non bastasse, una massiccia invasione di formiche ha prodotto seri danni alle piante quando tutto sembrava andare per il meglio. Vederle erodere i fusticini fino a spezzarli è stata un'occasione per imparare qualcosa ma anche un momento in cui si è temuto il peggio.
Tra qualche timore si comincia a "cavare" le patate dal contenitore in cui le abbiamo coltivate e... sospiro di sollievo: anche qui è andata bene. Sono persino più grandi di quanto ci aspettassimo! Uno dei bambini della scuola ha un'idea che si rivelerà azzeccata e dice "questa portatela con voi domani: vi porterà fortuna!".

Come resistere all'invito? E' così che sabato primo giugno partiamo di buon'ora con destinazione Torino per la premiazione dell'Agricoltura Civica Award 2013. Noi non lo sappiamo perché non c'è stato modo di leggere la posta elettronica prima di partire, ma siamo vincitori del premio "Promozione digitale – Per la miglior comunicazione" assegnato da Redomino, il partner tecnologico del concorso.

Meglio così, perché l'attesa fa crescere l'emozione mentre siamo seduti in quella prima fila. Gomito a gomito premianti e premiati, ma noi non sappiamo ancora di quale premio si tratta. Sfuma quello della categoria "orti condivisi" per la quale siamo finalisti ma su quel palco ci saliamo comunque per ricevere un premio che nasce grazie a noi e ad altri progetti che hanno dimostrato grandi capacità di diffondere nel web le buone pratiche ideate e messe in atto. C'è un motivo di orgoglio in più: siamo il progetto più votato in assoluto tra i 47 finalisti dell'award. Siamo anche gli unici a portare una patata sul palco e non manchiamo di sottolineare che mettere insieme patate e comunicazione digitale non è facile ma è possibile. Qualcuno ci suggerisce di definire il nostro lavoro di comunicazione come "OrtiScolastici2.0".

Le emozioni della giornata non sono finite: dopo la premiazione abbiamo il privilegio di ascoltare (stando a pochi passi da lui) Pierre Rabhi, contadino - filosofo fondatore del "Mouvement Colibrìs". Ci appassioniamo e ci immedesimiamo... a poco a poco ci sentiamo piccoli colibrì che negli orti scolastici si riempiono il becco d'acqua per spegnere un grande incendio, quello della dissociazione tra cibo e consapevolezza di poterlo produrre da soli.

Non basta: incontriamo anche Maria de Biase, una dirigente scolastica di frontiera che nel profondo sud del paese fa cose incredibili tra orti scolastici, cultura della terra e della legalità ed ecomerende. E' lei la protagonista del filmato che vince l'award nella categoria video.


Non c'è neanche il tempo per riprendersi che è di nuovo emozione: lunedì 3 maggio al mattino ci mettiamo al lavoro per far nascere l'orto del Giardino della Lumaca. Siamo di nuovo colibrì con un grande sogno: far nascere e vivere un orto collettivo in uno spazio dedicato alla pedagogia della lumaca e ai diritti naturali dei bimbi e delle bimbe. La partenza è travolgente e l'impegno dei bambini, anche a curare l'orto fuori dall'orario scolastico (la scuola sta per terminare le proprie attività!!!), è grande.

Ci si può fermare? No: la Scuola dell'Infanzia Genny Bibolotti Marsili (Loc. Africa, Pietrasanta - LU) nel pomeriggio festeggia con danze e balli sull'aia la fine del progetto dell'orto scolastico. C'è di nuovo la pioggia ad incombere (è successo molte volte in questo pazzo 2013) ma alla fine i bambini spuntano fuori vestiti come tante damigelle di campagna e tanti butteri per una danza sfrenata e divertente. Impossibile resistere: anche i genitori si buttano nella mischia. poi a piccoli gruppi si va nell'orto, si racconta, si fanno fotografie, ci si chiede che fine abbiano fatto insalate, agli, cipolle, ravanelli e la risposta è semplice: sono nel mercatino prontamente allestito dalla maestre per ricavare un po' di fondi per la scuola. E' questa l'anima sana della comunità che viene fuori incrociando necessità di oggi e tradizione rurale.

Inesorabile arriva il martedì, e siamo al 4 di giugno, ed è ancora un momento importante. Torna in scena la Scuola Primaria di Vallecchia e nei grandi locali della mensa riviviamo, grazie alle fotografie scattate durante l'anno scolastico, il lavoro fatto. La semina del grano, quella specie di erba" che cresce per poi donarci le spighe, le insalate, gli agli, le cipolle e, in ultimo, quelle patate che abbiamo raccolto qualche giorno prima. Arrivano messaggi dei bambini, guardiamo insieme i bei cartelloni realizzati dalle varie classi, poi ci salutiamo con la speranza di rivedersi a settembre per ripartire. Succederà? L'appuntamento minimo e trasformare in farina le cariossidi del grano che ancora deve giungere a maturazione.

Mercoledì 5 giugno: è il giorno della 2^ festa dell'orto alla Scuola Primaria Pascoli di Pietrasanta (LU). Non ci dimentichiamo, però di raccogliere le patate. Siamo in tanti e lo facciamo in due turni: anche qui la resa media è alta, anche se le patate non sono molto grandi. Forse pagano lo scotto di un po' troppa ombra e di una "semina" ritardata dalle piogge. In ogni caso, la stagione è stata intensa e a  scuola sono arrivati il grano, le patate, due turni di lattughe, erbe aromatiche, alberi da frutto e tante belle esperienze.
Giunge l'ora e... parte la festa. Qualche ringraziamento, poi due parole di spiegazione sul lavoro fatto e su quello intrapreso nell'orto del Giardino della Lumaca. Ecco il momento più importante: le dieci classi della scuola leggono i 10 diritti naturali dei bimbi e delle bimbe. Qualcuno si aiuta col microfono mentre le quinte gridano a squarciagola il proprio diritto alle sfumature, a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la Luna e le stelle. Infine il rompete le righe che dà il via alla merenda con pane e pomodoro e alla pesca di beneficenza nella quale fanno capolino i prodotti dell'orto, comprese le spighe del grano sapientemente "rilegate" dalla mani delle molte mamme intervenute.

A questo punto potrebbe davvero bastare ma non c'è tempo di fermarsi: presso la The Bilingual School of Lucca deve nascere un nuovo orto. Un grande cassone di legno è arrivato da poche ore quando il 6 giugno viene posizionato e riempito di terriccio: tutto è pronto per le prime semine e i primi trapianti. Li faremo durante il summer camp 2013, quasi come auspicio per l'avvio delle attività scolastiche vere e proprie che avverrà a settembre. E' ancora emozione: nasce un nuovo orto scolastico!

Forse ci stiamo sbagliando ma ci sembra di vedere un colibrì che sorride...






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