Orti urbani: cosa sono e quanti tipi ne esistono?

Si definiscono orti urbani le coltivazioni di ortaggi non destinate alla vendita che si collocano in spazi urbani. La natura urbana, però, non è definita sulla base di norme urbanistiche o di tratti architettonici o paesaggistici, bensì in relazione agli stili di vita delle persone che li coltivano. In tal senso, sono urbani anche gli orti che nascono in alcuni borghi rurali nei quali l'agricoltura professionale fa da sfondo alla vita delle persone senza caratterizzarla. La coltivazione degli orti urbani può avvenire per scopi vari e diversi potendo essi assolvere a funzioni differenti. E' per questo che, sulla base di una proposta avanzata nell'ormai lontano 2014, possono essere classificati nelle categorie di seguito descritte.


Orti privati

Coltivazione di ortaggi su un balcone.

Sono spazi vicini all'abitazione di chi li coltiva che ospitano ortaggi destinati al consumo fresco o alla trasformazione per il consumo dopo un periodo di conservazione. Spesso vi si coltivano anche piante annoverate tra i seminativi o tra le colture industriali, come il mais e il girasole. Possono essere orti in pieno campo nati su scampoli di terreno non edificato o sulla resede delle abitazioni oppure orti in contenitori di varia natura posizionati sui balconi o nei cortili. Fanno parte di questa categoria gli orti di cui si dotano i ristoranti e quelli coltivati in realtà condominiali su appezzamenti di terra di proprietà esclusiva. Sono, invece, orti condominiali condivisi quelli che vengono coltivati in forma collettiva negli spazi condominiali comuni.


Gli orti sociali di Palmanova (UD)
Orti sociali

Si tratta di terreni di proprietà pubblica preventivamente divisi in appezzamenti di misura definita (30-80 metri quadrati), forniti di alcuni servizi base, come l'allaccio a un impianto irriguo, e il cui utilizzo è specificamente regolamentato. Sono affidati in concessione a privati cittadini, associazioni, scuole e altre organizzazioni. Tale affidamento è temporaneo per periodi di 3-5 anni e prevede tanto la corresponsione di un canone, quanto il rispetto di uno specifico regolamento. Quest'ultimo prevede limiti all'impiego di sostanze chimiche, alla realizzazione di opere murarie, al posizionamento di manufatti e arredi (es. casette utilizzate come rimesse attrezzi) e allo sviluppo in altezza di colture e pali tutori per evitare l'ombreggiamento tra i lotti. Di solito non è consentito l'allevamento di animali. Talora esistono edifici o spazi d'uso comune tra gli assegnatari. Generalmente i singoli appezzamenti non hanno una vera e propria recinzione, sebbene siano delimitati, mentre gli orti nel loro complesso sono recintati. Infine, può essere previsto un organismo che riunisce gli assegnatari (un comitato, un'assemblea o un’associazione) il cui funzionamento è specificamente regolamentato. Esso decide in merito ad alcuni aspetti della gestione degli spazi comuni, con particolare riferimento a tutto ciò che genera costi da riversare sui singoli assegnatari. Talora nella vita degli orti sociali sono coinvolte associazioni locali o anche nazionali. Queste in alcuni casi danno vita a iniziative di informazione e formazione a favore sia degli assegnatari, sia di chi è interessato alla coltivazione di orti in città.

Gli spazi di coltivazione del progetto"un giardino per rivere"
dell'IRCCS San Camillo di Venezia
Orti con finalità terapeutiche

Sono spazi coltivati in cui si praticano attività di orto-terapia, terapia occupazionale o volte al superamento della barriera paziente / personale sanitario. Sono inclusi in questa categoria i cosiddetti giardini Alzheimer ideati e realizzati per offrire occasioni di stimolazione e accoglienza a chi è colpito da questa particolare sindrome. L'organizzazione degli spazi, la presenza di strutture specifiche e la gestione con personale specializzato sono elementi portanti di questo tipo di orto urbano.


Un esempio di orto civico: l'Orto del Giardino
della Lumaca di Pietrasanta (LU)
Orti civici 

Sono orti che nascono e crescono in spazi urbani di proprietà pubblica per opera di gruppi di cittadini che conducono forme di coltivazione condivisa. Si tratta di orti la cui funzione prevalente è quella della socializzazione e dello sviluppo di dinamiche di comunità.

Orti conviviali 

Si tratta di orti la cui funzione principale è quella di favorire l’incontro tra le persone e di fornire occasioni di convivialità. Essi possono essere aperti a tutta la cittadinanza o prevedere la partecipazione ai lavori e ai momenti ricreativi e culturali solo a gruppi ristretti.

Gli orti urbani di Via Goito a Livorno
sono un tipo esempio di orto di riconquista.
Orti di riconquista

Sono aree coltivate con ortaggi che nascono quale strumento di riappropriazione di spazi urbani caduti in condizioni di degrado o soggetti a speculazione edilizia nei quali la rivendicazione di funzioni del territorio e forme del paesaggio maggiormente identitarie passa attraverso la coltivazione, talora abusiva, di orti. Essi costituiscono spesso uno strumento transitorio ed efficace nel determinare una ridefinizione delle destinazioni urbanistiche e delle forme d'uso di spazi agricoli fagocitati dalla città.


L'orto scolastico può assumere fisionomie
insolite per rispondere a precisi obiettivi educativi e didattici.
Orti urbani didattici

Si tratta di orti che nascono in ambito urbano per finalità didattiche, spesso in coerenza con specifiche progettualità socio-educative. Appartengono a questa categoria gli orti scolastici e gli orti educativi, cioè quelli presenti nelle pertinenze di scuole e servizi educativi. Questi ultimi due, in particolare, sono ideati, progettati e gestiti al fine di perseguire obiettivi tipicamente non produttivi. Il raccolto di ortaggi è, quindi, accessorio alle opportunità di apprendimento che essi offrono a bambini e ragazzi. Gli obiettivi della coltivazione sono pertanto coerenti con le Indicazioni Nazionali per il Curricolo della scuola e ai progetti educativi dei singoli servizi, quali nidi, spazi gioco e ludoteche. Una particolare declinazione dell'orto didattico è quella dell'orto in carcere nel quale sono perseguite finalità educative tese alla reintroduzione nella vita civile dei detenuti.


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Bibliografia dell'articolo

E. Bertoncini, Orticoltura (eroica) urbana, MdS editore, Pisa 2014

E. Bertoncini, L’orto delle Meraviglie, MdS editore, Pisa 2015

E. Bertoncini – “Lezioni dalla natura - orti didattici e scolastici in ambito urbano” - in ACER – Parchi, verde attrezzato, recupero ambientale Anno 33 – n.3 , maggio - giugno 2017





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