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Orti scolastici e giardini educativi in cerca di un senso

Il Natale ci ha offerto la prima vera pausa nell'anno scolastico ed educativo e troviamo il tempo per scrivere qualcosa con un pizzico di calma. E' il momento giusto per voltarsi indietro e scoprire con uno sguardo diverso il lavoro svolto. Lo facciamo con alcune immagini e qualche riflessione.

Iniziamo con una piccola scoperta poiché i fatti risalgono alla scorsa primavera. Dopo un corso di formazione nel quale si è parlato di orti scolastici e giardini educativi e della scommessa di rendere più ricco e interessante lo spazio esterno dei nidi, all'Asilo Nido Il Palloncino Rosso di Monsummano Terme (PT) è successo qualcosa di speciale. Si tratta della trasposizione in realtà di una metaprogettazione fatta proprio durante il corso. Le idee relative a possibili cambiamenti del giardino, già molto frequentato dai bambini, sono state oggetto di una giornata in cui i bimbi e i loro familiari si sono dedicati proprio a questo spazio. Sono state create aiuole con piante che prima non c'erano, sono stati potati arbusti e siepi per favorire la loro esplorazione da parte dei bambini e, soprattutto, si è lavorato ad un bene comune in piena condivisione. E' accaduto con uno spirito di cambiamento che parte dal basso e riduce i costi per la comunità, oltre a favorire lo sviluppo del nostro senso civico. Tutto questo grazie ad un bel gruppo di educatrici che ci crede. Queste le parole di una di esse: "è un cambiamento di prospettiva che ci ha riportato a quelle che sono le cose davvero importanti e che i bambini conoscevano già molto bene ma che, grazie al corso, abbiamo ritrovato anche noi. Il percorso continua e i bimbi, le famiglie e anche il nostro sentire ci confermano ogni giorno che la strada è quella giusta". Un bel risultato!

Dalla primavera facciamo un salto alla fine dell'autunno  quando, al termine di una mattinata di lavoro con i bambini nell'orto della Scuola dell'Infanzia di Nave (LU), ci siamo dedicati all'osservazione dell'orto che un nonno fa proprio di fronte alla scuola. E' quello che definiamo orto di prossimità, cioè un orto vicino a quello scolastico che consente di mettere a confronto modi diversi di fare l'orto. Averlo è una fortuna e non dipende certo dalla nostra volontà, valorizzarlo con periodiche osservazioni e qualche passeggiata è, invece, un nostro compito. Per i bimbi quello sguardo non è nuovo, ma aiutarli a guardare in modo diverso è un utile complemento alle loro osservazioni spontanee.

Rimaniamo in autunno e ci spostamo alla The Bilingual School of Lucca dove sono accadute molte cose di un certo interesse.

Prima di tutto i ragazzi della classe Grade 4-5 hanno lavorato al progetto Tutte le forme del grano. Si tratta dell'idea di seminare il grano e altri cereali autunno - vernini all'interno di piccole parcelle dalla forma geometrica definita e, soprattutto, progettata e poi tracciata sul terreno. Avremo un quadrato, un rettangolo, un cerchio, alcuni triangoli e così via. Come si usa dire, non tutte le ciambelle vengono col buco e le prime semine hanno avuto qualche problema: siamo in ambiente urbano e gli uccelli del circondario  hanno gradito le semina, ma come buon pranzo. E' stato necessario proteggerle con appositi teli.

Il grande giardino della scuola con i suoi maestosi faggi è divenuto scenario di molti momenti in cui i bambini interessati si sono dedicati alla raccolta delle molte foglie cadute. Si è trattato di attività spontanee a cui i bambini si sono dedicati in un clima di cooperazione e condivisione. Non avendo a disposizione tanti attrezzi quanti sono i bambini, si sono attivate tutte le dinamiche tipiche della necessità di condivisione, dai contrasti ad uno spontaneo avvicendamento nell'uso strumenti. In tutti i casi, senza esserne forse troppo consapevoli, i bambini hanno lavorato sul proprio senso della cura, tanto del giardino, quanto di sé e delle relazioni con gli altri. Inutile dire che il lavoro e il gioco si sono alternati osmoticamente e che l'esperienza è stata spesso molto sensoriale. Dal contatto con le foglie ad una vera e propria immersione negli odori della loro decomposizione, i bimbi non si sono fatti mancare proprio niente.

Proprio le foglie sono state protagoniste di una piccola esperienza che ha coinvolto la classe Grade 2-3. Avendo affrontato il tema dei funghi e del loro sviluppo è apparso chiaro come sia difficile capire la differenza tra corpo fruttifero e apparato ifale e la capacità dei funghi di esplorare con le ife l'ambiente in cui vivono. Si è pensato, allora, di riprodurre artificialmente le ife dei funghi sostituendole con dei fili di materiale vario, creando il loro intreccio sul terreno per poi ricoprirle con le foglie e quindi "far nascere" qua e là dei corpi fruttiferi. Dopo il loro raccolto ci siamo posti due domande. La prima è stata "cosa abbiamo raccolto?". La seconda è stata: "Dove sono i funghi?". E' risultato del tutto spontaneo affermare che abbiamo raccolto i corpi fruttiferi, quelli che di solito definiamo "funghi", e che quello che è rimasto sotto i nostri piedi (e le foglie), cioè le ife, sono i veri funghi.

Una delle novità del giardino è scaturita da un suggerimento dei bambini che da tempo si dedicavano spontaneamente alla manipolazione del materiale naturale maggiormente disponibile, cioè la terra. Dallo scavare buche in ogni dove al dedicarsi alle manipolazioni in un grande vaso che saltuariamente ospita fiori e ortaggi, l'esigenza si è manifestata in tutti i modi possibili. Cercando di favorirne il soddisfacimento e senza voler sostituire le predette attività spontanee, sono stati collocati nel giardino, proprio in prossimità dell'ingresso dell'orto, due grandi contenitori di legno che nel tempo ospiteranno sia terricci, sia altri materiali. Ad oggi, per esempio, ci sono foglie e cortecce che, però, non sembrano avere lo stesso potere d'attrazione della terra.

Infine, il lasso di scuola che va da settembre alle vacanze natalizie ha consacrato l'uso del giardino segreto che ospita l'orto in piena terra della scuola come spazio di elezione per lo svolgimento di molte attività e come generatore di spunti didattici.
Esso è stato scenario dei momenti scolastici più diversi, dall'esperienza delle caldarroste a momenti di osservazione, scrittura, disegno e studio delle sonorità con l'insegnante di musica. Grazie ad una nuova organizzazione della scuola abbiamo anche avuto la possibilità di sfruttare questo spazio per momenti di esplorazione spontanea che hanno portato i bambini a contatto con i materiali dell'orto e del giardino e, forse, anche con una propria intimità. Aver lasciato alcune piante sul posto oltre ogni ragionevole epoca ha offerto possibilità di osservazione che sarebbero state altrimenti precluse. Andare in questo spazio è stato un fatto generatore di innumerevoli spunti. Tra questi una bella sperimentazione legata alla vita dei lombrichi e allo studio degli ecosistemi in cui vivono che è ancora in corso.

Tutto questo è successo senza dimenticare il valore pedagogico e il divertimento dello sporcarsi le mani nel modo più bello del mondo, cioè toccando la terra che ci dà vita.

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[Post tratto da http://ortiscolastici.blogspot.com, il blog dedicato agli orti scolastici curato da Emilio Bertoncini]

Gli orti di PEZ (e dintorni)

Che bel nome per un personaggio immaginario che si aggira di orto in orto! PEZ potrebbe essere uno spaventapasseri che cerca l'orto più bello in cui stabilirsi per qualche tempo oppure un uomo fatto di "pezza" che arriva nelle scuole a controllare lo stato dell'orto.

Le storie inventate sono belle, ma quella che voglio  raccontare è tanto bella quanto vera.

PEZ non è un personaggio (che peccato!), bensì un acronimo che sta per "Progetto Educativo Zonale". Come si legge sul sito web della Regione Toscana, i P.E.Z. permettono la realizzazione di attività rivolte ai bambini e ragazzi dai 3 mesi ai 18 anni di età e intervengono sia nell'ambito dell'infanzia (per sostenere e qualificare il sistema dei servizi per la prima infanzia, promuovere la continuità educativa, coordinare i servizi e formare il personale), sia nell'ambito dell'età scolare (per prevenire e contrastare la dispersione scolastica, promuovendo l'inclusione di disabili e stranieri e contrastando il disagio scolastico, nonché per promuovere esperienze educative/socializzanti durante la sospensione del tempo scuola).

L'esperienza di orticoltura didattica a scuola di cui sono protagonista da alcuni anni (la trovate all'indirizzo www.ortiscolastici.it) è divenuta protagonista, in varie forme e modi, dei PEZ di tre Conferenze Zonali per l'istruzione toscane. Si tratta di quelle dell'area pistoiese, della Valdinievole e della Piana di Lucca. Ognuna di esse ha avuto la capacità di declinare tale esperienza in modi diversi.

L'area pistoiese, attraverso il progetto La cassetta degli attrezzi, ha introdotto tra le attività rivolte alla famiglie dei bambini che frequentano i servizi educativi e le scuole una serie di laboratori di orticoltura che, in adattamento agli spazi disponibili, costituiscono un invito a rendere ordinario e quotidiano il rapporto con le piante e, soprattutto, con quelle che possono darci il cibo di cui ci nutriamo. Si tratta di sessioni della durata di circa due ore durante i quali bambini e genitori, spesso bambini e nonni, collaborano per seminare e piantare ortaggi in contenitori divario tipo che sono poi portati a casa. L'attività mira a valorizzare i rapporti di collaborazione tra generazioni e a stimolare le abilità manuali dei bambini. Non ultimo, la scelta dei contenitori di semina (vasetti di plastica di riuso, vasetti biodegradabili e vasetti per attività vivaistica) consente di fare alcune riflessioni su temi agronomici, ambientali ed economici collegati al mondo agricolo.

La Conferenza Zonale per l'Istruzione della Valdinievole ha, invece, optato per un corso di formazione rivolto alle educatrici (e ben pochi educatori) dei servizi per l'infanzia e alle insegnanti della scuola dell'infanzia. L'obiettivo dichiarato è quello di migliorare l'offerta educativa migliorando gli spazi esterni dei nidi e scuole d'infanzia. PEZ, il nostro amico immaginario, in questo caso si trova di fronte alla sfida di trasformare i partecipanti in progettisti provetti che sappiano utilizzare le piante ornamentali e da orto per realizzare tunnel verdi, labirinti capaci di stimolare i cinque sensi, orti destrutturati, edible gardens e molto altro. Per questo motivo il corso si è rapidamente evoluto in una sorta di laboratorio di progettazione condivisa.

Nella Piana di Lucca, infine, l'orticoltura didattica a scuola è diventata uno strumento per favorire l'inclusione scolastica dei bambini speciali, cioè quelli con qualche forma di disabilità. La scelta è stata quella di vivere l'orto scolastico come luogo di incontro e scambio tra tutti i bambini della classi coinvolte favorendo la partecipazione corale ai lavori svolti. Ne sono nati quattro piccoli orti scolastici e alcuni laboratori svolti in classe che valorizzano la presenza di questi bambini e ragazzi e che vorrebbero costituire essi stessi un piccolo seme capace di rendere l'orto un luogo di interazione e integrazione permanente. E' per questo che ci piace immaginare PEZ intento ad animare questi orti anche durante l'estate e, di nuovo, alla ripresa della scuola.

PEZ sa essere sfuggente e non sarà facile stargli dietro tra gli orti (e i giardini) in cui è stato chiamato a migliorare le cose. A noi piace augurargli un buon lavoro e coltivare l'idea che da queste nuove esperienze nascano anche nuovi modi di fare scuola e educazione all'aperto.