Che bel nome per un personaggio immaginario che si aggira di orto in
orto! PEZ potrebbe essere uno spaventapasseri che cerca l'orto più bello
in cui stabilirsi per qualche tempo oppure un uomo fatto di "pezza" che
arriva nelle scuole a controllare lo stato dell'orto.
Le storie inventate sono belle, ma quella che voglio raccontare è tanto bella quanto vera.
PEZ
non è un personaggio (che peccato!), bensì un acronimo che sta per
"Progetto Educativo Zonale". Come si legge sul sito web della Regione Toscana, i P.E.Z. permettono la realizzazione di attività rivolte ai bambini e ragazzi
dai 3 mesi ai 18 anni di età e intervengono sia nell'ambito
dell'infanzia (per sostenere e qualificare il sistema dei servizi per
la prima infanzia, promuovere la continuità educativa, coordinare i
servizi e formare il personale), sia nell'ambito dell'età scolare
(per prevenire e contrastare la dispersione scolastica, promuovendo
l'inclusione di disabili e stranieri e contrastando il disagio
scolastico, nonché per promuovere esperienze educative/socializzanti
durante la sospensione del tempo scuola).
L'esperienza di orticoltura didattica a scuola di cui sono protagonista da alcuni anni (la trovate all'indirizzo www.ortiscolastici.it) è divenuta protagonista, in varie forme e modi, dei PEZ di tre Conferenze Zonali per l'istruzione toscane.
Si tratta di quelle dell'area pistoiese, della Valdinievole e della
Piana di Lucca. Ognuna di esse ha avuto la capacità di declinare tale
esperienza in modi diversi.
L'area pistoiese, attraverso il progetto La cassetta degli attrezzi, ha introdotto tra le attività rivolte alla famiglie dei bambini che frequentano i servizi educativi e le scuole una serie di laboratori di orticoltura
che, in
adattamento agli spazi disponibili, costituiscono un invito a rendere
ordinario e quotidiano il rapporto con le piante e, soprattutto, con
quelle che possono darci il cibo di cui ci nutriamo. Si tratta di
sessioni della durata di circa due ore durante i quali bambini e
genitori, spesso bambini e nonni, collaborano per seminare e piantare
ortaggi in contenitori divario tipo che sono poi portati a casa.
L'attività mira a valorizzare i rapporti di collaborazione tra
generazioni e a stimolare le abilità manuali dei bambini. Non ultimo, la
scelta dei contenitori di semina (vasetti di plastica di riuso, vasetti
biodegradabili e vasetti per attività vivaistica) consente di fare
alcune riflessioni su temi agronomici, ambientali ed economici collegati
al mondo agricolo.
La
Conferenza Zonale per l'Istruzione della Valdinievole ha, invece,
optato per un corso di formazione rivolto alle educatrici (e ben pochi
educatori) dei servizi per l'infanzia e alle insegnanti della scuola
dell'infanzia. L'obiettivo dichiarato è quello di migliorare l'offerta educativa migliorando gli spazi esterni dei nidi e scuole d'infanzia.
PEZ, il nostro amico immaginario, in questo caso si trova di fronte
alla sfida di trasformare i partecipanti in progettisti provetti che
sappiano utilizzare le piante ornamentali e da orto per realizzare
tunnel verdi, labirinti capaci di stimolare i cinque sensi, orti
destrutturati, edible gardens e molto altro. Per questo motivo il corso si è rapidamente evoluto in una sorta di laboratorio di progettazione condivisa.
Nella Piana di Lucca, infine, l'orticoltura didattica a scuola è diventata uno strumento per favorire l'inclusione scolastica dei bambini speciali,
cioè quelli con qualche forma di disabilità. La scelta è stata quella
di vivere l'orto scolastico come luogo di incontro e scambio tra tutti i
bambini della classi coinvolte favorendo la partecipazione corale ai
lavori svolti. Ne sono nati quattro piccoli orti scolastici e alcuni
laboratori svolti in classe che valorizzano la presenza di questi
bambini e ragazzi e che vorrebbero costituire essi stessi un piccolo
seme capace di rendere l'orto un luogo di interazione e integrazione permanente.
E' per questo che ci piace immaginare PEZ intento ad animare questi
orti anche durante l'estate e, di nuovo, alla ripresa della scuola.
PEZ
sa essere sfuggente e non sarà facile stargli dietro tra gli orti (e i
giardini) in cui è stato chiamato a migliorare le cose. A noi piace
augurargli un buon lavoro e coltivare l'idea che da queste nuove
esperienze nascano anche nuovi modi di fare scuola e educazione all'aperto.
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