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Ripensare scuole e nidi #Fuori

Non sono mai riuscito a stare fermo e anche la mia professione segue questa tendenza. Nel 2008 ho iniziato un avventura nel mondo della scuola, quella degli orti scolastici, che mi ha pian piano condotto a dialogare col mondo pedagogico. Be', a dire il vero la partenza è stata quella di chi cerca di fare l'orto. Qualche anno dopo quell'orto l'ho smontato completamente mettendolo, come racconto ne "L'orto delle meraviglie", al servizio della scuola. Uno spazio, quindi, in cui l'esperienza si sostituisce all'attività strutturata e in cui il fine diventa prettamente educativo, più che produttivo o limitato al farvi "la didattica dell'orto". In pratica l'orto diviene un laboratorio a cielo aperto.

Questo percorso è costellato di incontri di gran fortuna che da una scuola dell'infanzia del comune di Lucca mi ha portato a collaborare con la Regione Marche e a tenere docenze e seminari sull'argomento degli orti scolastici e urbani in varie università. Tra gli incontri fortunati c'è stato quello col Comune di Montale (PT) che, con il progetto Con naturalezza nei giardini e negli orti delle scuole, mi ha condotto in un mondo che avevo frequentato solo come padre, cioè quello dei nidi d'infanzia. E quel mio non stare mai fermo mi ha portato a proporre una casisitica di meta-progetti per il miglioramento degli spazi esterni di questi servizi soprattutto con l'introduzione di piante ornamentali e produttrici di cibo per creare opportunità educative imperniate sull'interazione tra i bambini e gli elementi di una natura addomesticata ma vera. Intanto sono stato coinvolto in un'azione formativa del Progetto Educativo Zonale della Valdinievole (PT) nel quale la docenza si è rapidamente evoluta in laboratori di meta-progettazione dal basso di modifiche migliorative (in senso educativo) degli spazi esterni. Di più: si tratta di modifiche pensate come possibili evoluzioni low-cost e autorealizzabili che permettano una attuazione per step successivi anche in assenza di budget significativi, soprattutto se si attivano logiche di interazione con la comunità locale, intesa anche come comunità di imprese ed attività commerciali.

"Incontri" ho detto in precedenza... e gli incontri non sono mancati, come quello con Monica Guerra, ricercatrice in "Didattica, pedagogia speciale e ricerca educativa", docente presso l'Università di Milano - Bicocca e presidente dell'associazione Bambini e Natura. E' grazie a lei che sono stato catapultato in un mondo che mi ha dato una nuova consapevolezza circa il percoso fatto in questi anni e anche un po' di coraggio ad andare oltre. Coraggio che ha preso forma nella mia collaborazione alla nascita di un libro che sta avendo grande successo, cioè "Fuori - suggestioni nell'incontro tra educazione e natura", e nella partecipazione ad un convegno dal titolo "Materie intelligenti - materia e materiali negli apprendimenti dei bambini". E' proprio in queste circostanze che il mio "non stare mai fermo" trova sostanza di cui nutrirsi ed è da lì che sono nate molte idee. Alcune di queste, anche alla luce di un mio personale approfondimento "in vivo" presso l'Agrinido della Natura di San Ginesio (MC), interesseranno proprio il Comune di Montale per i cui nidi d'infanzia realizzerò nelle prossime settimane un percorso formativo dal titolo "Il modello dell'agrinido per un nido d'infanzia cittadino?". Si tratterà di una provocazione educativa che intende rivistare il paradigma del nido cittadino per capire se possa essere trasformato in qualcosa di più vicino alla natura e alla campagna, almeno rimodulando gli spazi esterni e, soprattutto, le abitudini di chi lo vive ogni giorno. Intanto l'approccio agli spazi esterni da me elaborato e i laboratori connessi al tema dell'orticoltura didattica già proposti negli anni scorsi hanno trovato di nuovo spazio nel PEZ (progetto educativo zonale) dell'area pistoiese e sbarcheranno in alcuni comuni dell'area, quali Quarrata e Serravalle Pistoiese.

In tutto questo e in altro che verrà, ci sarà molto del #Fuori che racconta il libro curato da Monica Guerra. Ci saranno molte delle parole chiave che affronta. Penso alle molte nature che incontreremo, alle ricerche che potranno scaturirne, alla predisposizione al gioco e alla selvatichezza degli spazi esterni dei nidi. Penso anche a quante soglie dovremo costruire come spazi di incontro tra dimensioni diverse, al rapporto tra distanze educative e rischio. Alla necessità di creare spazi di contemplazione come quelli di cammino, così come alla ricerca del silenzio, nella bellezza, delle tracce, di stranezze e dell'immancabile lentezza. Penso anche a come creare le basi per una possibile evoluzione, per un nuovo rapporto con le tecnologie e come da giovani semi cresceranno forti radici. Penso... e penso che da tutto questo sarò il primo a trarre nutrimento per andare oltre quello che ho fatto fino ad oggi. E lo farò con una nuova consapevolezza e col consueto spirito si servizio verso la comunità con cui da sempre svolgo la mia attività professionale.

Ora, però, è tempo di mettersi al lavoro!

Gli orti di PEZ (e dintorni)

Che bel nome per un personaggio immaginario che si aggira di orto in orto! PEZ potrebbe essere uno spaventapasseri che cerca l'orto più bello in cui stabilirsi per qualche tempo oppure un uomo fatto di "pezza" che arriva nelle scuole a controllare lo stato dell'orto.

Le storie inventate sono belle, ma quella che voglio  raccontare è tanto bella quanto vera.

PEZ non è un personaggio (che peccato!), bensì un acronimo che sta per "Progetto Educativo Zonale". Come si legge sul sito web della Regione Toscana, i P.E.Z. permettono la realizzazione di attività rivolte ai bambini e ragazzi dai 3 mesi ai 18 anni di età e intervengono sia nell'ambito dell'infanzia (per sostenere e qualificare il sistema dei servizi per la prima infanzia, promuovere la continuità educativa, coordinare i servizi e formare il personale), sia nell'ambito dell'età scolare (per prevenire e contrastare la dispersione scolastica, promuovendo l'inclusione di disabili e stranieri e contrastando il disagio scolastico, nonché per promuovere esperienze educative/socializzanti durante la sospensione del tempo scuola).

L'esperienza di orticoltura didattica a scuola di cui sono protagonista da alcuni anni (la trovate all'indirizzo www.ortiscolastici.it) è divenuta protagonista, in varie forme e modi, dei PEZ di tre Conferenze Zonali per l'istruzione toscane. Si tratta di quelle dell'area pistoiese, della Valdinievole e della Piana di Lucca. Ognuna di esse ha avuto la capacità di declinare tale esperienza in modi diversi.

L'area pistoiese, attraverso il progetto La cassetta degli attrezzi, ha introdotto tra le attività rivolte alla famiglie dei bambini che frequentano i servizi educativi e le scuole una serie di laboratori di orticoltura che, in adattamento agli spazi disponibili, costituiscono un invito a rendere ordinario e quotidiano il rapporto con le piante e, soprattutto, con quelle che possono darci il cibo di cui ci nutriamo. Si tratta di sessioni della durata di circa due ore durante i quali bambini e genitori, spesso bambini e nonni, collaborano per seminare e piantare ortaggi in contenitori divario tipo che sono poi portati a casa. L'attività mira a valorizzare i rapporti di collaborazione tra generazioni e a stimolare le abilità manuali dei bambini. Non ultimo, la scelta dei contenitori di semina (vasetti di plastica di riuso, vasetti biodegradabili e vasetti per attività vivaistica) consente di fare alcune riflessioni su temi agronomici, ambientali ed economici collegati al mondo agricolo.

La Conferenza Zonale per l'Istruzione della Valdinievole ha, invece, optato per un corso di formazione rivolto alle educatrici (e ben pochi educatori) dei servizi per l'infanzia e alle insegnanti della scuola dell'infanzia. L'obiettivo dichiarato è quello di migliorare l'offerta educativa migliorando gli spazi esterni dei nidi e scuole d'infanzia. PEZ, il nostro amico immaginario, in questo caso si trova di fronte alla sfida di trasformare i partecipanti in progettisti provetti che sappiano utilizzare le piante ornamentali e da orto per realizzare tunnel verdi, labirinti capaci di stimolare i cinque sensi, orti destrutturati, edible gardens e molto altro. Per questo motivo il corso si è rapidamente evoluto in una sorta di laboratorio di progettazione condivisa.

Nella Piana di Lucca, infine, l'orticoltura didattica a scuola è diventata uno strumento per favorire l'inclusione scolastica dei bambini speciali, cioè quelli con qualche forma di disabilità. La scelta è stata quella di vivere l'orto scolastico come luogo di incontro e scambio tra tutti i bambini della classi coinvolte favorendo la partecipazione corale ai lavori svolti. Ne sono nati quattro piccoli orti scolastici e alcuni laboratori svolti in classe che valorizzano la presenza di questi bambini e ragazzi e che vorrebbero costituire essi stessi un piccolo seme capace di rendere l'orto un luogo di interazione e integrazione permanente. E' per questo che ci piace immaginare PEZ intento ad animare questi orti anche durante l'estate e, di nuovo, alla ripresa della scuola.

PEZ sa essere sfuggente e non sarà facile stargli dietro tra gli orti (e i giardini) in cui è stato chiamato a migliorare le cose. A noi piace augurargli un buon lavoro e coltivare l'idea che da queste nuove esperienze nascano anche nuovi modi di fare scuola e educazione all'aperto.