Orticoltura (eroica) urbana

Questo libro, oltre ad essere frutto del mio lavoro, è prima di tutto un urlo liberatorio lanciato da parte di chi, ogni giorno, cerca di migliorare questo nostro strano mondo senza gettare via ciò che ha di buono. È un inno, forse riuscito, alla consapevolezza che ognuno di noi nel suo piccolo possa fare qualcosa e che la somma di tanti piccoli “qualcosa” possa essere una rivoluzione pacifica e fondamentale: quella della riappropriazione del diritto/dovere alla capacità di produrre il proprio cibo

Il libro è scritto prima di tutto per chi non avrebbe mai pensato di leggerlo. Poi per chi è interessato al tema. Infine per chi è convinto che l'agricoltura sia legata esclusivamente al mondo rurale, cioè che abbia un senso solo quando si mette piede in campagna. Se devo aggiungere qualcuno, questo libro è scritto anche per me che, agronomo, da sempre non riesco a collocarmi in una delle tante caselle pensate per gli agronomi, sempre più costretti nei meandri della burocrazia e del commercio. Ne converrete che anch'io faccio parte, in qualche modo, di chi non avrebbe mai pensato di leggerlo, questo libro. E così, forse, si chiude il cerchio.

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