Bambini in città, agevolatori di natura per una piccola rivoluzione urbana?

C’è natura in città?

La domanda, semplice e diretta come quelle che sanno fare i bambini, richiederebbe una risposta articolata partendo da un altro quesito: cos’è “la natura”? La questione potrebbe complicarsi perché ognuno ha una propria idea di natura che si forma sotto l’influenza culturale della società. Non volendomi avventurare in questa riflessione, parto dall’assunto che per molti di noi la natura è un po’ l’antitesi di tutto ciò che è l’artificio introdotto dall’uomo. Così, una diga, un’autostrada, la stessa città non sono visti come parti della natura. Viceversa, il fiume, il bosco e la campagna sono normalmente individuati come spazi naturali, anche se nella generalità delle nostre esperienze sono ambienti che hanno subito profonde modificazioni dovute agli interventi umani. Un occhio competente riconosce le forme di governo, cioè di coltivazione, del bosco e i naturalisti ci fanno notare che le campagne in cui amiamo trascorrere i nostri “week-end in natura” o i fiumi che le attraversano sono spesso il risultato di una profonda alterazione, se non distruzione, di ambienti naturali. Insomma, la questione è assai complessa, forse troppo per essere affrontata con “occhi bambini”. Con questi, però, è possibile cercare, aiutare o portare la natura in città, diventando veri e propri “agevolatori di natura”.

Osservare per aiutare la natura

La prima cosa da fare per aiutare la natura in città è scoprire dove essa si annida, talora favorita dall’azione umana, talaltra con l’impertinenza di chi da sempre sul pianeta è pioniere e pronto a cogliere delle opportunità. Camminando con occhi attenti e spirito di scoperta, si possono individuare piante, animali e funghi residenti in città. Alle piante coltivate nei giardini e negli orti urbani, se ne accompagnano molte altre che riescono a crescere spontaneamente su terreni incolti o, addirittura, sui monumenti. Nei prati, sulle piante o su loro parti morte, è facile scoprire i funghi. Alcuni, come quelli a mensola agenti della carie del legno, cioè di quella malattia che rende cavi e pericolosi gli alberi, sono visibili quasi sempre, mentre altri compaiono stagionalmente. Con occhi attenti, nei giardini e sui muri è possibile vedere api e formiche al lavoro, le tane degli animali o i nidi degli uccelli. Anche altri insetti si rendono percepibili ai nostri sensi, soprattutto nella buona stagione. Alcuni sono a noi graditi, come le farfalle e le coccinelle, altri un po’ di meno, come le zanzare, le mosche o le vespe. Tutto questo dimostra una cosa importante: la città è colma di natura. Basta avere gli occhi per cercarla ed essa è ovunque, anche nel nostro armadio, nel sottovaso dei fiori sul balcone o sui vecchi mattoni di una casa. Avete mai visto i bei disegni creati dai muschi e dai licheni? Questi ultimi sono viventi molto particolari frutto di una simbiosi, cioè di un’unione che da vantaggi reciproci, tra un’alga e un fungo. La loro combinazione li rende capaci di colonizzare ambienti ostili alla maggior parte degli esseri viventi e la loro presenza è un importante indicatore ambientale poiché sono sensibili all’inquinamento urbano.

Osservando con gli occhi del naturalista, potremmo imbatterci anche negli alieni, compresi quelli particolarmente invasivi. Si tratta di animali1 e piante2 che sono riusciti a spostarsi da una parte all’altra del pianeta, quasi sempre grazie all’uomo, per approdare in terre e acque in cui riescono a sopravvivere e moltiplicarsi liberi dalle forme di controllo tipiche degli ambienti di origine. In questo modo sono riusciti a invadere spazi sottraendoli alle specie endemiche, cioè originarie degli ambienti colonizzati, costituendo una vera e propria minaccia. Si tratta, così, di una natura indesiderata perché capace di provocare danni a quella tipica del nostro territorio. Accade, per esempio, nei fiumi che attraversano le città, spesso abitati da pesci introdotti dall’uomo, come il gigantesco pesce siluro, e non da quelli originariamente presenti.

Complichiamoci la vita

Ho accennato ad alcune specie che diventano problematiche in città, dalle specie aliene alle più classiche zanzare3. Posso aggiungere i colombi urbani, che spesso diventano infestanti, e un po’ di roditori indesiderati, quali topi e ratti. Da non dimenticare molti parassiti delle piante, tra cui numerosi insetti e altri artropodi4.

Potrei continuare l’elenco, ma a questo punto è importante notare che quasi sempre quando la presenza di una specie genera allarme o apprensione, se non veri e propri danni, la causa è un’eccessiva semplificazione dell’ecosistema urbano. Il ridotto numero di specie, sia animali, sia vegetali, l’assenza di predatori o altri nemici naturali, la monotonia vegetale del territorio urbano (per esempio, viali e siepi composti da uno o pochi tipi di piante, spesso coetanee), le condizioni ambientali eccezionalmente favorevoli ad una certa specie (per esempio, la disponibilità di cibo o di ambienti rifugio) oppure sfavorevoli a un suo nemico naturale, sono tutti fattori che possono avvantaggiarla a tal punto da diventare problematica.

Quanto appena detto ci dice che per aiutare la natura urbana e rendere più vivibile le città una delle soluzioni è rendere più ricco e complesso, in una parola biodiverso, l’ambiente cittadino. Ciò significa che dobbiamo fare in modo di avere condizioni ambientali molto diversificate, per esempio un’alternanza di aree verdi e spazi urbanizzati, nelle quali far vivere un maggior numero di specie animali e vegetali.

Potrebbe sembrare che questo non sia alla portata dei bambini che, invece, possono dare il proprio contributo, soprattutto se aiutati da adulti che hanno voglia di essere complici di una piccola rivoluzione urbana.

Coltivare la città

Quando cammino in città, a causa di una mia deformazione professionale, vedo tantissimi spazi nei quali i bambini e gli adulti potrebbero coltivare piante. Dico “potrebbero” perché questo spesso non accade, sebbene negli ultimi anni le cose stiano cambiando molto.

Di quali spazi sto parlando? Penso alle scuole e ai servizi educativi, ai parchi e alle piazze, ai balconi e ai giardini. Tutti luoghi nei quali bastano un po’ di terra, che spesso c’è, il sole e dell’acqua per dare vita a un orto, un frutteto, un giardino o un piccolo bosco urbano. Ho anche la fortuna di avere amici un po’ speciali che mi hanno insegnato a vedere spazi di coltivazione dove non ci sono, ma su questo tornerò più avanti.

Il giardino o il cortile di una scuola (o di un servizio educativo), purché soleggiato e munito di un rubinetto dal quale attingere acqua, sono i luoghi giusti in cui coltivare le piante, soprattutto se c’è terra disponibile. Se non c’è o è inadatta, possiamo aiutarci con vari tipi di contenitori da riempire con terre e terricci. Non dobbiamo dimenticare, però, che siamo in un contesto educativo e che, se coltivare con i bambini è un modo per avvicinare la natura alla scuola, dobbiamo anche pensare a una natura addomesticata che sappia insegnare. Proprio per questo suggerisco di sbizzarrirsi con ortaggi, piante aromatiche, officinali, da frutto e tintorie5, non trascurando i desiderata dei bambini. Tutto questo ci permetterà di imparare che il cibo si origina dal sapere, dal fare e dalla cura, come le cose migliori della vita. Non trascuriamo, però, l’esistenza del bello e ricordiamo che qualche pianta ornamentale potrebbe trovare spazio accanto alle altre o nelle zone più difficili, come quelle ombreggiate. Non dimentichiamo nemmeno che la cura di cui necessitano le piante non è a tempo determinato e che la chiusura estiva della scuola richiede soluzioni che possono cambiare il modo stesso di interpretare lo spazio scolastico lasciandolo, per esempio, accessibile in estate o autorizzando qualcuno ad accedervi. Tanto meno dobbiamo dimenticare che l’arrivo delle piante modificherà i fabbisogni manutentivi degli spazi richiedendo più attenzione e più professionalità. Del resto ho già parlato di una piccola rivoluzione, vero?

Se a scuola e nei servizi educativi coltivare è una cosa da fare insieme ad altri bambini e con l’aiuto di insegnanti, educatori e esperti, lo scenario cambia a casa, dove serve l’aiuto di genitori, nonni e amici vari. Può esserci bisogno, infatti, di collocare una fioriera su un marciapiedi, di posizionare dei vasi su un balcone o di decidere quale angolo del giardino destinare alla nostra piccola rivoluzione. Per i bambini potrebbe anche essere necessario fare qualche lettura o guardare qualche video su internet che fornisca un aiuto tecnico. Leggere insieme agli adulti “Il giardino segreto”6, invece, potrebbe essere il modo migliore per scoprire quali incredibili avventure potrebbero scaturire dall’inizio di una piccola coltivazione, anche se non tutti avranno a disposizione gli spazi in cui è ambientata la storia che vede coinvolti Mary e Colin. Ogni bambino potrebbe, però, trovare l’entusiasmo e la determinazione di Mary per aprire le porte della nostra cultura che spesso considera i giardini come luoghi in cui bimbi e ragazzi giocosi sono addirittura indesiderati. Coltivare ortaggi e aromi sul balcone, far crescere rose o piccoli frutti nel giardino, usare le piante per creare nascondigli e percorsi adatti al gioco, potrebbero essere le premesse per portare la natura appena fuori dalle nostre porte e finestre (che sono ottimi punti di osservazione degli animali più schivi!) e, soprattutto, per frequentarla e scoprirla. Intanto, la stagionalità degli ortaggi e di qualche frutto potrebbe tornare ad essere una cosa nota e ovvia.

Se fin qui la piccola rivoluzione che vede come protagonisti i bambini è cosa semplice, quello di cui sto per scrivere richiede un po’ più di impegno da parte di tutti. Nelle città esistono, infatti, gli spazi pubblici. Strade, piazze, aiuole, prati e così via. Ne troviamo di tutti i tipi e in varie condizioni. Alcuni hanno un verde molto bello e curato, così come, all’estremo opposto, altri sono in completo abbandono. Per ognuno è possibile immaginare “una giusta misura” nella quale i bambini, insieme agli adulti, possono prendersi cura del verde divenendone i coltivatori. Probabilmente, se alcune iniziative possono partire in modo del tutto informale, strumenti giuridici come comitati e associazioni possono risultare utili per facilitare veri e propri fenomeni di adozione di alcuni spazi in cui coltivare. Personalmente sono protagonista con alcuni amici e associazioni della nascita e della vita di un orto che si trova in un parco pubblico7 ed è liberamente accessibile a tutti secondo una regola molto semplice: ognuno ha diritto in ogni momento di fare ciò che è necessario, dal piantare o seminare al raccogliere, dal togliere le erbe indesiderate al dare l’acqua, senza tralasciare momenti di contemplazione o di lettura, solitari o in clima di socializzazione con altri. Sono ormai numerosi gli esempi di orti urbani condivisi e conviviali presenti nelle nostre città e sempre più spesso tra i protagonisti della loro vita ci sono famiglie e bambini.

Se proviamo a sostituire la parola “orto” con “giardino”, siamo pronti a diventare veri e propri curatori dei giardini delle nostre città. A volte, i bambini possono farlo con gesti semplici, come dare acqua alle piante sofferenti durante l’estate o potare assieme agli adulti qualche arbusto lasciato troppo a se stesso. Qualora l’entusiasmo ci prendesse la mano, insieme ai bambini potremmo diventare veri e propri guerrilla gardeners, cioè giardinieri sovversivi che agiscono anche senza una vera e propria autorizzazione con l’intento di arricchire di piante gli spazi cittadini. Distribuire semi in un prato per arricchirlo di specie erbacee da fiore potrebbe essere un modo per iniziare, ma un giorno potremmo trovarci coinvolti nella nascita di una food forest8 urbana progettata e realizzata con i bambini del quartiere. Da qualche anno a questa parte si parla di wild-flowers, cioè di fiori selvatici con cui arricchire i prati, soprattutto dove la manutenzione è ridotta e la loro crescita è più facile. Oltre a introdurre i colori che piacciono a noi umani, essi mettono a disposizione di molti insetti, quali api e farfalle, preziose fioriture9.

Sicuramente dimentico qualcosa che si potrebbe fare, ma chiudo questo paragrafo citando l’amico Gianni Manfredini, ideatore di un progetto di guerrilla gardening molto particolare: quello delle piante volanti10. Lui vive a Milano che, come tutte le altre città del mondo, è ricca di pali, soprattutto quelli dell’illuminazione pubblica. Ecco, Gianni ha deciso di arrampicarvisi posizionando le piante all’interno di barattoli di riuso decorati che fissa proprio ai pali. Alcune piante se ne stanno lì da anni in attesa di sguardi curiosi, forse un po’ bambini, che le notino. Nessuno le cura, ma loro dimostrano che gli spazi per far crescere le piante e la natura in città sono molti di più di quelli che solitamente vediamo.

Aiutare gli animali in città

Le piante che idealmente hanno popolato la città nel paragrafo precedente hanno già dato un grande aiuto agli animali. Alcuni di essi non sono necessariamente nostri amici, come può accadere quando gli afidi colonizzano gli ortaggi o attaccano in massa le foglie di alcuni alberi da frutto. Altri, come quelli attratti dai wild-flowers, potranno divenire, loro malgrado, cibo per alcuni uccelli che troveranno nella città una risorsa in più. Riflettendo su questo aspetto e allargando il ragionamento, la scelta delle piante da coltivare potrebbe essere orientata proprio a fornire alimenti ad alcuni animali. Per esempio, rampicanti e arbusti che producono bacche, come l’edera, il biancospino, il sorbo, il prugnolo, rovi e il sambuco possono favorire la presenza di uccelli come passeri, merli, capinere, scriccioli, pettirossi e fringuelli. Essi, inoltre, possono costituire ambienti di rifugio e nidificazione. Bambini che con l’aiuto degli adulti arricchiscono gli spazi cittadini in questo modo sono veri e propri bird-gardeners, nonché persone fortunate che potranno osservare gli animali che, via via, popoleranno la città.

Un’altra possibilità di aiutare gli uccelli e gli altri animali è quella di sostenerli in momenti difficili dell’anno. Sia nei giorni più freddi dell’inverno, quando l’acqua diventa ghiaccio, sia nelle estati siccitose, abbeverare tanto gli uccelli, quanto altri animali, è dar loro un grande aiuto. Se non si ha un vero e proprio abbeveratoio, un sottovaso, una scodella o un altro contenitore riempito d’acqua, possibilmente tiepida in inverno, e posizionato in un punto che non faciliti l’assalto di predatori (es. i gatti), è una soluzione semplice ed efficace. E’ importante mantenere l’acqua pulita e reintegrarla periodicamente. Questo può essere fatto dai bambini e diventa anche un buon pretesto per uscire fuori andando incontro alla natura.

Soprattutto in inverno, può essere utile allestire e rifornire mangiatoie in cui rendere disponibili alimenti adatti, quali vari tipi di semi (arachidi al naturale sgusciate, girasole, pinoli, noci, nocciole, miglio, panìco, canapa, avena, frumento, mais), eventualmente tritati e rigorosamente non salati o piccanti, e palle di grasso che possono essere appese agli alberi e agli arbusti. Le palle di grasso, importanti per fornire alimenti calorici durante i giorni più freddi, si trovano in commercio, ma è possibile realizzarle con un mix di margarina o strutto, biscotti secchi, arachidi non salate, semi di girasole, uvetta e altri semi. In tutti i casi, poiché gli uccelli sono abitudinari, quando si inizia la somministrazione va proseguita con costanza.

Posizionare nidi artificiali per gli uccelli non è facile, soprattutto per i bambini, e richiede una certa competenza nell’individuare le specie presenti, nello scegliere il nido migliore (non tutti quelli in commercio sono adatti) e nel posizionarlo per cui è assai difficile avere successo. Seguendo le istruzioni si può tentare, invece, di sostenere la presenza dei pipistrelli, efficacissimi insettivori, mediante il posizionamento di bat-box, cioè veri e propri rifugi per questi mammiferi volanti. Analogamente, si possono posizionare casette artificiali per i ricci, anche realizzandole in casa. Un valido aiuto ad alcuni animali è poi, quello di lasciare degli spazi incolti, con erbe alte o creare aree umide, quali laghetti e piccoli stagni che diverranno luoghi privilegiati per l’osservazione degli animali da parte dei bambini.

Infine, ma anche qui non ho certo esaurito tutte le possibilità, può capitare di trovare animali feriti o uccelli caduti dal nido. Non è facile sapere come comportarsi, né riuscire a salvarli, ma tanto alcune associazioni e enti locali, quanto la LIPU11 possono costituire dei riferimenti per agire nel modo migliore contribuendo a salvare esemplari di specie rare o addirittura a rischio di estinzione.

Sensibilizzare la città

Quello che abbiamo visto fin qui è ciò che bambini, accompagnati da adulti disposti a collaborare, possono fare direttamente, ma rimane qualcosa di molto importante: coinvolgere altre persone. Questo per almeno due motivi. Il primo è che, se interveniamo in più luoghi e in tanti, gli effetti dei nostri interventi si amplificano grazie alla progressiva costruzione di un mosaico ambientale cittadino sempre più favorevole alla biodiversità. Il secondo è che, rendendo tutti più consapevoli di come la città possa migliorare aiutando la natura, è più probabile creare un movimento di opinione che possa spingere su questa strada le amministrazioni locali o altri soggetti che possono avere un ruolo importante nell’arricchire la biodiversità urbana. In questa azione di sensibilizzazione i bambini non sono solo molto efficaci, ma costituiscono una vera e propria rete che raggiunge tutti i meandri della nostra società. Hanno, cioè, la capacità di portare il messaggio di sensibilizzazione proprio a tutti gli adulti che hanno potere decisionale. Non è una cosa da poco per la piccola rivoluzione portata avanti dai bambini agevolatori di natura in città.


Sitografia di riferimento

www.facebook.com/groups/GuerrillaGardeningItalia/

www.guerrillagardening.org

www.ortiscolastici.it

www.lifeasap.eu

www.lipu.it

www.effettofarfalla.net


Bibliografia di riferimento

Baldassarri W., Leone M., Moretto E., Il giardino per le farfalle – manuale di istruzioni per l’allestimento e la cura di aiuole, bordure, prati, siepi e terrazzi, Amici della terra, 1991

Bertoncini E., L'orto delle meraviglie, MdS editore, Pisa, 2015

Bertoncini E., Orticoltura (eroica) urbana, MdS editore, Pisa, 2014

Bertoncini E. (2017), “Lezioni dalla natura (orti didattici e scolastici in ambito urbano)” - in ACER – Parchi, verde attrezzato, recupero ambientale Anno 33 – n.3

Bertoncini E. (2015), “Orto e ortaggi nel mondo educativo” - all'interno dell'approfondimento “Col cuore fuori” curato da M. Guerra in Bambini Anno 31 – n.9

Bridgewater A. & G., Il Giardino Naturale, Editore Il Castello, Marzo 2009

Gioggi A., Taffon D., Orto Amico a scuola – imparare e crescere dalla terra – Edito da Fondazione Campagna Amica

Guerra M. (a cura di), Fuori, suggestioni nell’incontro tra educazione e natura, Franco Angeli Editore, Milano 2015

Romagnoli A., Birdgardening - Come realizzare il giardino degli uccelli, Editore Il filo verde di Arianna, Marzo 2016

Muller G., La vita segreta dell'orto, Babalibri Editore, Milano 2013

S. Battisti, E. Bertoncini, C. Margaritelli, A. Micheletti, M. Moroni, L. Valenti - Evviva l'orto che ci fa sporcare - la biodiversità agraria delle Marche entra a scuola, Regione Marche e ASSAM, Ancona 2017


Note al testo

1Tra gli altri le nutrie e i gamberi della Lousiana

2Tra gli altri, alberi come la robinia e l’ailanto

3In realtà alcune zanzare, come la zanzara tigre, sono tutt’altro che classiche essendo arrivate pochi anni fa da altri continenti.

4Gruppo di animali invertebrati a cui appartengono gli insetti, gli aracnidi, i miriapodi e i crostacei

5Si tratta di piante da cui si ottengono coloranti naturali

6Romanzo per ragazzi scritto nel 1911 da Frances Hodgson Burnett, narra l’evoluzione di un’amicizia tra due bambini grazie alle cure fornite a un giardino divenuto inaccessibile a causa di un grave incidente.

7Si tratta dell’Orto del Giardino della Lumaca di Pietrasanta (LU). Per saperne di più: www.ortodelgiardinodellalumaca.it

8Un’area coperta da alberi, arbusti, cespugli, rampicanti e piante erbacee in cui è possibile raccogliere frutti, foglie, fiori, radici e legna utilizzabili come alimento, mangime o per preparazioni erboristiche

9Sul sito web del progetto “Effetto farfalla” (www.effettofarfalla.net) è possibile scaricare la guida “Il giardino delle farfalle”.

10Per saperne di più: http://piantevolanti.blogspot.it/

11http://www.lipu.it/gli-uccelli-e-la-natura/sos-animali-feriti.


[Questo articolo è uscito alcuni anni fa a mia cura sulla rivista Bambini]

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