A partire da settembre 2016 tale percorso si arricchisce di un tassello grazie al nuovo ruolo che ricoprirò all'interno della "The bilingual school of Lucca". Oltre che curatore dell'orto scolastico, come accade già da tre anni, sarò il responsabile interno alla scuola per il rapporto tra bambini e natura. In particolare, la mia rinnovata presenza a scuola costituirà un supporto per gli insegnanti e sarà imperniata su temi come la manualità, il territorio come luogo di scoperta, l'atelier della natura (che farò nascere e crescere con i bambini), il rapporto uomo/natura e la cura.
Se la sfida è alta, ancora più interessante è il gruppo di lavoro con cui collaborerò per tre giorni a settimana. Esso, infatti, oltre ad essere costituito da persone molto qualificate nell'ambito educativo e scolastico, pone in sinergia esperienze e competenze maturate in contesti italiani e internazionali dei componenti del team con cui lavorerò.
Mentre andranno avanti i miei tradizionali impegni, dalle docenze ai progetti di orticoltura didattica, dalle escursioni come guida ambientale al grande sogno di scrivere libri utili ed interessanti, i mesi a venire saranno caratterizzati da una serie di viaggi per l'Italia per condividere idee ed esperienze connesse sia al tema dell'orto, sia agli aspetti educativi e sociali.
Il 17 di settembre sarò in ottima compagnia a Jesi (AN) alla giornata organizzata da Bambini e Natura dal titolo "Materie verdi intelligenti". Si tratta di un convegno nel quale saranno proposti approfondimenti, ricerche ed esperienze di servizi educativi per l'infanzia e scuole che hanno posto al centro il tema della natura e dei suoi "materiali", mostrando come la conoscenza possa costruirsi in modo proficuo nel dialogo continuativo tra menti e "materie" intelligenti. Io cercherò di farmi spazio tra giganti come Monica Guerra, Claudia Ottella, Sara Vincetti, Stefano Sturloni, Fabrizio Bertolino, Barbara Zoccatelli, Francesca Ciabotti, Michela Schenetti, Paolo Mai, Gianni Manfredini, Federica Di Luca e non ricordo chi altri (e me ne scuso). Parlerò di orti e dei materiali e materie intelligenti che da essi scaturiscono e vanno in aiuto della scuola e dei servizi educativi. Quasi non ci sarà il tempo di riflettere che il giorno successivo, il 18 di settembre, sarò uno dei protagonisti dell'incontro dal titolo "Orti didattici e di città" organizzato nell'ambito di "Lo spirito e la terra - Fabriano festival 2016" a cura di Anna Chiesura dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
La mattina del 23 di settembre sarò ospite del Flormart di Padova e, in particolare, sarò relatore nel convegno dal titolo "Il valore degli orti". Il mio intervento si intitola Orticoltura urbana e orti scolastici: esempi di progetti riusciti e si affianca ad interventi di altri esperti che parleranno tra l'altro di ruralità urbana e di orti come strumento di recupero del disagio sociale, di estetica della città e di pianificazione urbana.
Nella seconda metà del pomeriggio sarò, invece a Torino dove parlerò di orti urbani nell'ambito del programma culturale promosso da Regione Marche e ASSAM a Terra Madre. Il tema dell'orto si inquadra perfettamente in quello più generale della manifestazione che è VOLER BENE ALLA TERRA. Per me sarà un ritorno alla manifestazione organizzata da Slow Food nella quale due anni fa ho coordinato i lavori della conferenza sull'Agricoltura Urbana.
Domenica 25 settembre sarò invece uno degli animatori dell'open-day rivolto alle scuole dal Centro di Educazione Ambientale "Oasi La Valle" di Spinetoli, in provincia di Ascoli Piceno. Ancora una volta il tema centrale sarà quello degli orti scolastici e, più, in generale delle opportunità educative offerte dalla fruizione del "fuori".
In attesa di segnalare qualche novità che già bolle in pentola, non mi rimane che ricordare la mia presenza al convegno sul tema della outdoor education che sarà organizzato il 19 di novembre dal Comune di Bologna. Il programma di questo incontro non è ancora ufficiale, ma io sfrutterò il tempo che mi sarà concesso per parlare di quel fantastico spazio outdoor che può essere l'orto.
Chissà che alla fine di questo viaggio non riesca ad incontrare quell'Emilio 2.0 che sarà capace di togliersi di dosso qualche etichetta formale utilizzata nella definizione con cui ho aperto questo post. Sicuramente, parafrasando "il Liga", lo troverò in sospeso tra orto e realtà...
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