Breve viaggio in alcuni orti (eroici) urbani del Veneto

Quando posso mi prendo del tempo per visitare orti urbani in varie parti d'Italia. L'organizzazione di queste "missioni impossibili" in cerca di orti "eroici" è quantomai fantasiosa e, a volte, accade che le mie visite avvengano in momenti singolari o legati in modo assai strano al momento in cui ho scelto di farle. Il caso degli orti veneti di cui racconterò nelle prossime righe è uno di quelli. L'opportunità della visita è nata, infatti, durante una delle estate più torride e siccitose degli ultimi decenni, ma il mio tour si è svolto in giorni caratterizzati da nebbia, pioggia e freddo nel mese di novembre. Si obietterà che non si tratta del momento dell'anno in cui gli orti danno il meglio di sé, ma io credo che sia quello in cui può emergere con maggior forza l'intenzione che si cela dietro ogni orto, al di là dei fasti che primavera ed estate sanno regalare.

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Raggiungo Montebelluna, in provincia di Treviso, dopo circa quattro ore di viaggio in solitaria autostradale e quando scendo dall'auto comprendo in un sol momento la differenza tra i 14°C della mia soleggiata Toscana e i 9°C delle nebbie venete. Solo la mia determinazione nel fare quattro passi negli Orti Solidali prima che il cielo si faccia buio evita la ricerca immediata di un luogo e di una bevanda calda. Purtroppo, come accaduto altre volte, nei giorni precedenti non sono riuscito a stabilire un contatto con chi anima l'orto e mi aggiro per i suoi spazi con poche e scarne informazioni, sebbene la mente sia animata dal ricordo di una bellissima ripresa aerea dell'orto. In ogni caso, mi sono messo a passeggiare andando man mano alla scoperta, non senza chiedermi se la forma dell'orto.


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Un ringraziamento particolare va a chi mi ha aiutato nell'incursione in terra veneta che ha reso possibili queste visite, vale a dire Costantina Righetto, che ringrazio per l'ospitalità e i preziosi suggerimenti, Francesca Meneghello, che mi ha permesso tante belle scoperte all'Ospedale San Camillo, e Elena Schiavon, che mi ha aperto la strada e gli occhi per dar vita ad una prossima visita agli orti (eroici) urbani di Venezia.

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