Da alcuni anni chiudo molte delle mie formazioni rivolte al mondo educativo e gli incontri con i genitori di nidi e scuole con un laboratorio nel quale seminiamo tre piante, ortaggi o alberi, in tre diversi tipi di vasetto. Il primo è un vasetto di yogurt vuoto e lavato sul fondo del quale pratico un foro. Il suo pregio è il riuso che trasforma un rifiuto potenziale in un vasetto per la semina. Il secondo è un vasetto da vivaista, quello tecnicamente migliore e più economico degli altri. Il terzo è un vasetto biodegradabile. Questo offre alla pianta il vantaggio di poter essere trapiantata senza essere estratta dal contenitore che, invece, si lascia attraversare dalle radici. In questo modo l'accrescimento radicale è ottimale. Purtroppo, il vantaggio ambientale è solo apparente: la biodegradabilità è frutto dell'esser costituito da torba, materiale estratto da un ambiente naturale che ne risulta danneggiato. Alla fine del laboratorio spiego che quei tre vasetti non sono piante da portare a casa, ma un messaggio e un monito per il futuro: le loro caratteristiche sono, nel complesso, utili a rispettare il pianeta, ma rimangono separate senza raggiungere il risultato ambientale sperato. E' a questo punto che lancio una provocazione che, spesso, diventa sintesi dell'intero percorso fatto insieme: gli adulti di oggi hanno parlato molto di ambiente senza trovare le soluzioni che, invece, sono urgenti per i bambini di oggi; ciò che possiamo fare come genitori, educatori, insegnanti e cittadini è supportare la capacità dei giovanissimi di sviluppare soluzioni per risolvere i problemi che abbiamo creato al pianeta. Sì, ai bambini spetta, secondo me, il ruolo di "inventori di futuro" che noi non siamo stati in grado di assolvere. A noi adulti, invece, spetta quello di metterli in condizione di essere inventori, cioè creativi. Per far questo dobbiamo farli crescere in un contesto che favorisce il pensiero divergente, in cui le idee circolano, dove il confronto è quotidiano e la creatività è favorita. Quando le facce si fanno più strane, introduco la figura di Felix che qualche anno fa è andato a spiegare il proprio progetto alle Nazioni Unite. Non sto a raccontarvi cosa ha detto e vi invito a vedere il video del suo intervento. La parte più forte, almeno secondo me, è quella in cui fa notare, con grande sensibilità e appropriatezza di linguaggio, l'incomprensibilità dei problemi da affrontare per gli adulti, problemi che riguardano un futuro che noi non vivremo e che, quindi, sfugge alla nostra comprensione.
[il post prosegue sotto la finestra del video]
Da qualche tempo si è aggiunta una seconda ragazzina tra gli esempi da citare nei miei interventi: Greta. Si tratta di una svedese che da alcuni mesi fa uno sciopero della scuola a favore del pianeta per sensibilizzare gli adulti verso il cambiamento climatico e che ha tenuto un discorso molto chiaro e diretto alla conferenza COP24 di Katowice incentrata proprio sulle misure per fronteggiare questo problema. Il suo progetto è decisamente più "politico" di quello di Felix e il suo monito è chiaro: piaccia o non piaccia, il cambiamento è in arrivo, non solo quello climatico. Ascoltarla e farla ascoltare a tutti è una cosa che consiglio caldamente.
A questi due ragazzi un grazie e tutto il supporto che sapremo dargli, stando molto attenti a cosa diranno ai loro figli e nipoti al compimento del loro 75° anno di vita.
[per sapere cosa è riuscito a fare Felix, ormai ventunenne,
puoi seguire questo link: clicca qui]
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